Il nostro viaggio in Argentina, fatto durante le vacanze di Natale, è iniziato con una tappa a Buenos Ayres ed è stato talmente meraviglioso che a distanza di un anno ancora evoca in noi tantissime emozioni.
Tenete presente che i miei bambini ai tempi avevano 11, 6 e 2 anni (quest’ultimo tra l’altro si è fatto l’ultimo aereosol in aereoporto e abbiamo viaggiato con l’antibiotico nella borsa frigo) e il viaggio si è rivelato adatto a ognuno di loro ragion per cui mi sento di consigliarlo proprio a chiunque abbia la possibilità di affrontare un’esperienza simile sia in termini economici che di tempo.
Infatti l’unica nota dolente di tutto ciò che sto per raccontarvi sono le distanze: a partire dalle 14 ore di volo da Milano a Buenos Ayres, buona parte però trascorse di notte.
Ma andiamo con ordine e con un po’ di info preliminari: per quanto riguarda i costi dei biglietti proprio non so dirvi nulla perché a casa nostra l’unico beneficio che deriva dalle prolungatissime assenze di mio marito sono le tonnellate di miglia accumulate, ma sicuramente se prenotate con anticipo ci sarà modo di contenere i costi.
L’organizzazione d’altronde è proprio necessaria, soprattutto se viaggiate con bambini e soprattutto se, come noi, avete intenzione di dirigervi a sud, verso la Terra del Fuoco perché il nostro inverno corrisponde con la loro estate, quindi alta stagione, e le località dove alloggiare sono poche.
Noi abbiamo fatto tutto facilmente via internet, senza appoggiarci a nessuna agenzia e senza prendere nessuna cantonata anche perché molte strutture sono recensite su TripAdvisor, per cui via libera al fai da te, altrimenti Socompa è un’agenzia che si occupa di organizzare viaggi soprattutto nel nord. Lo so ci vuole tempo ma programmare e decidere da se un viaggio è un bellissimo modo per gustarselo molto tempo prima di partire e poi volete mettere che soddisfazioni?
Veniamo ora ai racconti, innanzitutto Buenos Ayres (d’ora in poi detta BA) è una città che mi ha davvero incantata. Io che sono nata e vivo a Milano di solito non sono un’amante delle metropoli, sono una delle poche che non subisce il fascino di New York (lo so sembra una bestemmia) eppure BA mi ha stregata.
Innanzitutto è una città che per la sua storia ha una forte influenza e connotazione italiana, e a me in particolare è sembrata una Milano all’ennesima potenza senza però tutti i difetti che io imputo alla mia città soprattutto a livello di qualità della vita, di spazi per i bambini, di ritmi e di calore, non solo climatico ma soprattutto umano. Mi ha colpito tantissimo la benevolenza che ovunque hanno verso i bambini: non c’è stato un luogo, una persona, una situazione dove i miei tre figli siano stati un impedimento a qualunque ora del giorno e della notte.
Da mamma in perenne lotta contro una città che sembra non investire mai a sufficienza sui suoi futuri cittadini dove le scelte urbanistiche son sempre guidate da interessi economici e poco sociali a BA ho trovato proprio tutto ciò che cercavo. Strade ampie, alberate da cui si riesce a contemplare il cielo e non quei fazzoletti di aria che toccano a noi milanesi tipo: «guarda mamma la luna!» «hmmm, dove?» «eeh, troppo tardi si è nascosta dietro quella casa».
Parchi giochi con intere aree ricoperte di sabbia dove i bambini stanno a piedi nudi a giocare con paletta e secchiello e non tirano su neanche un mozzicone di sigaretta; cavalletti con fogli da disegno, colori e seggioline a disposizione se viene la voglia di disegnare o farsi ispirare dal paesaggio come dei piccoli artisti, giochi in giusta quantità e non la solita mono altalena con coda di bambini e genitori rassegnati come i russi ai tempi del dopo guerra.
Bar attrezzati non con un tavolino Ikea e qualche libretto ma con un’intera area del locale e baby sitter a loro dedicati, come il Casa Mua in cui siamo incappati per puro caso camminando nel barrio Palermo Viejo. Davvero il mio stupore era continuamente in modalità acceso e crescente, il mio cuore straripava di emozioni positive e di rammarico per quel poco che noi nella nordicissima Milano abbiamo a disposizione.
Per non parlare del Museo de los Ninos, che si trova nel quartiere di Abasto e che, se avete figli, vi consiglio di non perdere assolutamente. Si chiama museo ma in realtà è una cittadella al chiuso dedicata ai bambini da zero a dodici anni, e con questo ho detto tutto. Uno spazio davvero enorme dove si può trascorrere un’intera giornata senza mai fare la stessa cosa e udite udite concepito in base alla Dichiarazione dei Diritti dei Bambini affinchè possano avere un luogo dove integrare movimento, percezione ed espressione così da imparare giocando.
Troverete all’interno un sacco di situazioni diverse a metà tra il museo della scienza e della tecnica e un parco giochi dove i bambini possono mettersi alla prova divertendosi. Mio figlio Pietro ha potuto sedersi su un vero pullman, indossare cappello e far finta di essere l’autista che porta a scuola tutti gli altri bambini, non poteva crederci: infatuato di mezzi e motori non avrebbe potuto chiedere di meglio e di più.
Dopodiché è entrato in un supermercato dove tutto era a misura di bambino: non solo carrelli, scaffali, frutta, verdura, ma i bambini potevano giocare a fare i cassieri, fare di conto, maneggiare soldi, dare resto eccetera. Per i più grandi invece c’è il tribunale dove ognuno può andare a redimere piccoli o grandi litigi, con giudice e quant’altro, oppure il tabellone interattivo che spiega il giro dei soldi ovvero come e quali sono i flussi di denaro all’interno di una città dove i bambini potevano imparare spingendo grossi soldoni dalla banca, alle case, gli ospedali, i negozi…e mille altre situazioni una più coinvolgente dell’altra.
Potrei andare avanti per ore a parlarvene ma BA offre tantissimo altro come il mercatino dell’antiquariato che si svolge tutte le domeniche nel barrio di San Telmo dove vedrete gioielli, tappeti, scialli e giocattoli accanto alle mattonelle variopinte provenienti dalle case coloniali di metà ‘800, radio e televisori in bianco e nero, macchine fotografiche e grammofoni, servizi di posate e da tavola, sifoni per la soda, orologi e bottoni in stile Art Decò.
Questo è stato l’unico luogo in tutta Buenos Ayres dove onestamente abbiamo dovuto fare attenzione a non subire scippi; comprensibile se si pensa che questo mercatino delle pulci è in grado di richiamare circa 10 mila persone tutte le domeniche. Peraltro il quartiere la sera si anima con spettacoli di tango e concerti all’aperto in un clima di festa e allegria davvero semplice e popolare ma comunque bellissimo e coinvolgente.
Ovviamente non poteva mancare una puntata al famoso e quanto mai turistico quartiere popolare de la Boca che offre scorci davvero pittoreschi e tipici con le sue casette tutte colorate.
Questo e molto altro abbiamo fatto e scoperto in pochi giorni a Bueons Ayres dove tra l’altro abbiamo mangiato benissimo, trovato un clima meraviglioso e goduto della città con il traffico dimezzato data la chiusura estiva delle scuole.
Mi rendo conto che questo post in cui in teoria volevo raccontarvi del nostro intero viaggio in Argentina è già molto lungo per cui mi limito a Buenos Ayres. Ma se volete conoscere il seguito e tutte le meravigliose cose che abbiamo visto potete leggere azonzocoibambini in Patagonia, dove vi racconto del giro nella Peninsula Valdes.