Il sabato mattina il pensiero di tutte le mamme è: evviva finalmente posso recuperare un po’ di sonno dopo la nottata insonne tra allattamento, coliche o l’ennesima otite che ha colpito i vostri bambini.
Io invece questo sabato mi sono svegliata comunque un po’ presto ma ne è valsa la pena perché avevo un appuntamento importantissimo che penso che ogni mamma e papà dovrebbero avere in agenda entro il primo mese di vita del proprio bambino: il corso di primo soccorso pediatrico.
Predico bene e razzolo male perché insomma anche io ci sono arrivata che ormai mia figlia ha 12 anni e il più piccolo 3, ma proprio perché so che nell’arco della vita di un bambino può capitare di dover affrontare svariate situazioni di emergenza o urgenza sarebbe davvero fondamentale che ogni genitore, tata, nonna o babysitter, avesse la preparazione necessaria che può servire sia a contenere la paura e il panico del momento che, soprattutto, a fare la cosa giusta e aiutare a salvare o proteggere la vita dei bambini.
II corso è organizzato da mammaelavoro che da ben 4 anni, grazie a persone come il dott. Francesco Luzzana e Daniele Lucchese, insegna negli asili e nelle scuole sia come gestire le emergenze che le urgenze pediatriche, differenza sottile ma indispensabile che già la dice lunga su quanta approssimazione mettiamo nell’affrontare i problemi sanitari dei nostri bambini.
Non so voi ma io ho sempre avuto la fobia del soffocamento nei bambini e questo è il motivo principale che mi ha spinto a seguire il corso che, grazie all’utilizzo di appositi manichini, ha un approcio fortemente pratico.
Invece in 4 ore ho imparato molto di più: a partire dal ruolo fondamentale che ha la chiamata al 118 che sinceramente pensavo fosse semplicemente la richiesta di un’ambulanza.
Invece la telefonata al 118 è la prima assistenza che ci viene fornita e tutto ciò che ci viene detto e chiesto nel corso di questa telefonata può aiutarci a gestire l’emergenza nell’attesa dell’ambulanza o del personale medico.
Benissimo direte voi: quando ne avrò bisogno lo scoprirò, invece no, se seguite un corso di primo soccorso pediatrico quel che vi dirà l’operatore del 118 non vi coglierà impreparate e insieme saprete rendere preziosi quei minuti necessari a un’ambulanza per raggiungervi.
Ricordo ancora benissimo quella sera di ormai 7 anni fa quando mio figlio che allora aveva due mesi mi svenne tra le braccia dopo averlo allattato e dopo aver fatto una vomitata a getto.
Ero in casa da sola, era sera, le luci erano soffuse e io non capivo cosa fosse successo, volevo solo un’ambulanza davanti casa nel giro di un secondo. Chiamai il 118 che invano cercò di indirizzarmi a fare qualcosa di utile perché io banalmente non capivo perché mi facessero perdere tempo chiedendomi se mio figlio respirava, se era cosciente, se rispondeva agli stimoli.
A me sembrava solo di avere un pupazzo di pezza tra le braccia ed ero disperata: che venissero loro a rispondersi, che venissero punto e basta.
Oggi, dopo 4 ore di corso, ho capito che quelle erano e sono le uniche domande fondamentali da porsi, che tutto il resto non conta, che non è semplice trovare le risposte ma bisogna assolutamente concentrarsi solo su quello e saper agire di conseguenza.
Se ancora non avete seguito un corso di pronto soccorso pediatrico non esitate ulteriormente, e andate qui a vedere il calendario dei prossimi incontri: una sola mattinata può contribuire enormemente a chiarirvi le idee e vi garantisco che ne uscirete solo se avrete imparato tuttò ciò che conta sapere.
Io come mamma me lo sono imposta, e ora come Dani&Colf farò di tutto perchè anche le vostre tate abbiano la possibilità di accedervi.