Viaggio in Indonesia con i bambini: Java

Come vi ho raccontato nel mio precedente articolo quest’estate ho trascorso un mese in giro per l’Indonesia e dopo avervi dato alcune informazioni generali su cose utili da sapere entrerò ora nel vivo di quello che è stato il nostro itinerario.

Da Milano siamo atterrati a Jakarta, città che a mio parere può tranquillamente evitare di essere visitata, ma se comunque volete riprendervi dal lungo viaggio e sostare un giorno in più vale la pena visitare la zona portuale dove vedrete delle enormi bagnarole di legno grazie alle quali avvengono i principali scambi di merci con la Cina.

Impressionanti e impressionante anche la miseria della zona circostante dove bambini sorridenti e sereni spuntano da dietro case che molto hanno in comune con le peggiori favelas.
Da lì potete raggiungere la zona pedonale e andare nella piazza Taman Fatillah, dove oltre al Museo di Storia potrete rinfrescarvi o pranzare al bellissimo Cafè Batavia, il secondo edificio più antico dove ritroverete tutta l’atmosfera dei tempi del colonialismo olandese. Davvero affascinante.


Nella piazza inoltre noleggiano bici colorate e cappelli a falda larga in tinta ed è pieno di gente che gira e si fa le foto, davvero buffa come cosa e qui è dove ho immortalato le due ragazze velate che si fanno i selfie.
Non vi nascondo che l’impatto con un paese musulmano non è stato semplice per me e che se anche si trattava di un semplice Hijab, quindi poco più di un foulard, ho visto anche tante donne completamente coperte di nero con solo una fessura per gli occhi, costrette ad alzare il velo ad ogni boccone, con guanti neri nonostante il caldo, insomma da donna a donna difficile da capire e accettare.
Già che siamo in tema comunque vi dirò che in Indonesia circa l’85% della popolazione è musulmana ma convivono con cristiani, protestanti, induisti e buddisti e la libertà religiosa è un fatto e non c’è alcun riferimento all’Islam nella costituizione nazionale.


Di Jakarta di più non vi so dire perché per quanto abbiamo cercato non siamo riusciti a scovare altro che valga la pena segnalare.

Con un volo interno abbiamo poi raggiunto Joyakarta, che invece è  la capitale artistica culturale dell’isola di Java, là dove molti giovani scelgono di fare l’università.

Rispetta a Jakarta è una città più semplice e accogliente, il cui centro principale si snoda lungo un viale che porta dritto al Palazzo del Sultano,  e dove potrete trovare tantissimi negozi e ristoranti ma se volete fare uno shopping davvero davvero a buon prezzo allora andate al Beringharjo Market e non dimenticate di trattare su qualunque cosa vi offrano.

Joyakarta inoltre è  strategica per visitare due templi poco distanti uno più bello dell’altro Borobudur e Prambanan, da non mancare assolutamente.

Borobudur è un antico monumento buddista di dimensioni enormi inserito tra i Patrimoni Mondiale dell’Unesco che grazie a un lavoro di conservazione e restauro è oggi in ottime condizioni.
Tutte le guide consigliano la visita al tramonto o all’alba perchè data la sua altezza (35 metri) consente una visuale sulla vallata circostante molto suggestiva.

Noi siamo stati al tramonto con i bambini (in Indonesia il sole tramonta presto e velocemente quindi calcolate bene il momento perchè in un attimo potreste trovarvi al buio) ed è stata un’ottima scelta perchè c’era pochissima gente, il cielo limpido e la vista davvero entusiasmante.

Il mattino dopo io e mio marito abbiamo fatto la visita anche all’alba svegliandoci alle 4 e lasciando i bambini dormire in albergo, e posso dirvi che tutto sommato non ne è valsa così tanto la pena.
Spesso l’umidità creata dalla fitta piantagione della foresta crea una nebbiolina molto suggestiva che attenua però colori e vista e non compensa il freddo e la stanchezza, ma soprattutto davvero troppe persone fanno la stessa scelta ed è quasi impossibile fare una foto senza che ci sia uno sconosciuto nell’inquadratura.

Oltre ai templi è possibile fare un giro nei villaggi circostanti a bordo di un carretto tra le risaie e immergersi nella loro cultura.

La nostra esperienza a Java termina qui soprattutto perché è un’isola molto grande e le distanze sono tali per cui sono necessarie trasferte di 8/9 ore o voli interni. D’altro canto le attrazioni naturalistiche come l’ascesa al monte  Bromo (vulcano) erano per noi infattibili con i bambini.

Da Joyakarta quindi ci siamo imbarcati e abbiamo preso un volo per la magica Bali dove abbiamo trascorso due settimane meravigliose e di cui vi dirò tutto nel prossimo post. Intanto se avete domande scrivetemi pure qui o sulla pagina facebook.
A presto!

 

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