Chi mi ha seguita su Instagram il mese scorso lo sa bene: ho trascorso 4 settimane in giro per l’Indonesia con la mia famiglia che comprende tre figli dai 15 ai 6 anni.
E’ stato un viaggio bellissimo, più facile del previsto e ricco di soddisfazioni e momenti indimenticabili.
L’indonesia è una terra piena di fascino e super sicura e le persone gentili, sorridenti e accoglienti.
Ho incontrato parecchie famiglie con bambini piccoli soprattutto francesi, un paio di donne olandesi sole con le figlie , alcuni svizzeri ma mai e poi mai una famiglia italiana. Sarà che sono partita presto e gli italiani vanno in ferie ad agosto, comunque ho tratto una conclusione: non siamo quei tipi di mamme (e papà) che girano il mondo con i figli (piuttosto siamo quelli che imbarchiamo la tata su navi e aerei) eppure continuo a pensare che sia un peccato non farlo.
Viaggiare con i bambini non è certamente la stessa cosa di quando si era spiriti liberi, zaino in spalle e via, ma è un modo molto bello per insegnare loro un sacco di cose, creare ricordi e vivere la famiglia al 100%.
Inoltre dalla mia esperienza è molto più semplice viaggiare quando i bambini sono piccoli (2-8 anni) e si lasciano trascinare da un posto all’altro che quando sono più grandicelli e cominciano a percepire gli amici come protuberanze del loro corpo e soprattutto pretendono il diritto di scelta su questo o quello.
Quindi, se per caso avete deciso di sfoderare la vostra voglia di viaggiare e programmare un giro in Indonesia con i vostri figli, cercherò di esservi utile raccontandovi la nostra esperienza che è stata più che positiva.
1. VIAGGIO
Il viaggio aereo è lunghetto. Noi abbiamo volato con Ethiad e fatto scalo ad Abu Dhabi, il che ha reso il tutto ancora più lungo ma alla fine lo scalo si è rivelato utile.
All’andata lo sosta ad Abu Dhabi è durata talmente tanto che siamo usciti dall’aereoporto e con un taxi abbiamo raggiunto un ottimo ristorante Libanese dove ho mangiato l’hummus più buono di tutta la mia vita.
Il caldo che ho sentito uscendo all’aperto è stato indimenticabile: pur essendo sera sembrava di essere in un phon di aria bollente quindi dopo cena abbiamo cercato rifugio in un centro commerciale.
Questa sosta ha fatto si che la seconda tratta sia passata nel cuore della notte e i bimbi a quel punto sono crollati addormentati.
Idem per il ritorno: viaggiato di notte, arrivati mattina presto a Milano, fatto pisolino fino a mezzogiorno e poi tirato fino a sera. Nessun jet lag e nessun contraccolpo se non che la sera per le 9 erano stesi a letto: non male direi!
2. CLIMA
I mesi estivi sono il periodo migliore per andare in Indonesia perché corrispondono alla loro stagione secca.
Il che vuol dire: temperature calde e poca umidità.
A dir la verità tutte le volte che siamo stati all’interno abbiamo trovato cielo coperto ma appena ci siamo spostati verso la costa il clima diventava meraviglioso.
Tra l’altro anche se nuvoloso le temperature erano perfette e i bambini hanno fatto il bagno in piscina tutti i santi giorni.
3. VACCINAZIONI
Al centro vaccinale consigliano di vaccinarsi contro l’epatite A che si può contrarre attraverso il cibo.
Noi non abbiamo fatto in tempo a farla perché i tempi di attesa erano lunghi quindi per tutto il viaggio ho fatto molta attenzione a non mangiare verdure crude e frutta che non fosse sbucciata.
Se volete stare tranquilli quindi prendetevi per tempo informandovi presso i centri vaccinali.
In alcune zone dell’Indonesia esiste poi il rischio malaria quindi, pur essendo stagione secca, mi sono procurata degli antizanzara specifici, con una concentrazione di Deet superiore al 50%, da spruzzare almeno sui vestiti.
Ho scoperto inoltre che esiste un rimedio omeopatico, il Ledum Palustre, che agisce direttamente sull’odore del sangue umano rendendolo sgradevole agli insetti.
Per fortuna data la stagione abbiamo trovato davvero pochissime zanzare e non è stato proprio necessario alcun antizanzara.
4. ORGANIZZAZIONE ITINERARIO
In 30 giorni siamo stati su 6 isole, cambiato 16 alberghi e preso 7 voli.
In molti mi avete chiesto a chi mi sono rivolta per organizzare il viaggio.
A nessuno.
A Natale mio marito mi ha messo sotto l’albero la Lonely Planet di tutta l’Indonesia e nei mesi a seguire me la sono letta e sottolineata.
Devo essere onesta: la Lonely Planet è stata utile ma non l’ho trovata affatto indispensabile nel decidere l’itinerario.
E’ troppo ampia e per un paese così vasto non è un buon punto di partenza.
Viceversa rivelazione delle rivelazioni ho trovato utilissimo Instagram.
Sembrerà una follia, ma grazie alla geolocalizzazione e agli hashtag sono riuscita a farmi un’idea di quasi tutti i posti che ho poi visitato, in un click ho visualizzato sulla mappa dove si trovano e talvolta ho persino cercato alberghi e ristoranti.
Per il resto ho trovato utili i post di The Yummymom che qualche mese prima era stata a Bali e ha raccontato la sua esperienza, e la guida Bali Kids Guide.
5. ALBERGHI
Una volta tracciato l’itinerario di massima (che poi vi racconto) e decisi i luoghi che avremmo visitato abbiamo prenotato quasi tutti gli alberghi dall’Italia attraverso Booking.
Volutamente abbiamo lasciato una settimana scoperta per non sentirci troppo vincolati e comunque anche quella settimana ce la siamo organizzata sul posto prenotando da uno dei mille wi-fi trovati in giro: ogni bar, ristorante e albergo ha free wi-fi a disposizione dei clienti.
Per quanto riguarda gli alberghi apro una bellissima parentesi: in Indonesia si riesce a spendere davvero poco e alloggiare in alberghi meravigliosi che altrove potremmo solo sognare (almeno noi). I bassi costi di vitto e alloggio inoltre consentono di programmare un viaggio anche piuttosto lungo.
A noi è capitato più volte di trovare sistemazione in camere doppie con giardino e piscina privata, bagni con docce all’aperto, insomma alberghi davvero incantevoli che tutti abbiamo apprezzato moltissimo.
Allo stesso modo posso serenamente dirvi che ci sono sistemazioni molto carine e dignitosissime, con piscine curate e pulite, anche spendendo meno di €50 a notte (sempre per due camere).
Sotto i €30 invece vi consiglio di non scendere, anche se è possibile, perché so per esperienze altrui che potreste incappare in un livello di pulizia non adeguato e soprattutto potreste trovarvi animali e scarafaggi: in Indonesia si è sempre vicini o dentro una giungla del resto.
Non abbiamo cercato ville perché ci siamo spostati molto ma so che soprattutto a Bali si possono facilmente trovare case bellissime con tanto di cuoca, piscina e al bisogno la Tata.
6. MEZZI DI TRASPORTO
Posso dire che li abbiamo provati tutti: dai voli interni, ai taxi, ai driver (o autisti privati), il noleggio auto, i carretti trainati dai cavalli, le bici e gli scooter. Non ci siamo fatti mancare nulla, e la conclusione è che si può fare tutto, solo bisogna entrare molto nel loro stile di guida, che non è pericoloso: ho visto altri posti nel mondo dove si rischia la vita a ogni kilometro.
In Indonesia c’è la guida a destra, le strade sono piuttosto strette e soprattutto sono piene zeppe di scooter.
Per quanto riguarda i taxi si può serenamente viaggiare in 5 senza bisogno di prenderne due come invece è obbligatoro in altre parti del mondo (Italia inclusa), il che è parecchio comodo.
I driver privati li trovate sul posto: è pieno di gente disposta a portarvi in giro per giorni dormendo in macchina e ci sono agenzie apposta che vi organizzano tour e trasporti.
Il motorino è il loro principale mezzo di trasporto, e intendo proprio mezzo di trasporto nel senso che ci vanno su intere famiglie, con bimbi attaccati al seno o in braccio, e cose trasportate in qualche modo.
Ho persino visto tre persone su uno scooter che portavano una bicicletta. Sereni! E noi ci siamo adeguati!!
Se loro sereni voi invece lo sarete un po’ meno perchè questa quantità di scooter su strade strette va un po’ gestita e i casi sono due: o vi armate di santa pazienza vi mettete tranquilli in coda e rassegnati accettate di impiegare due ore per fare 40 km, oppure quei 40 kilometri vi stancheranno come fossero 400 perché insomma guidare richiede tanta attenzione e destrezza.
E questa cosa vale sia che se siate voi a guidare sia che lo faccia qualcuno per voi, quindi sappiate che nel decidere gli spostamenti i tempi sono molto diversi da quelli che normalmente si considerano.
Ma se andrete in Indonesia capirete subito che per ogni cosa i tempi sono mooooooolto più dilatati e la fretta è assolutamente non prevista. So keep calm and go on!
7. CIBO
Il cibo, a seconda delle zone in cui andate, e a seconda di quanto spirito di adattamento hanno i vostri figli può essere un problema.
A Java, meno turistica di Bali e Lombok ad esempio abbiamo praticamente mangiato solo pollo fritto e riso.
La sola volta che abbiamo osato provare cose diverse ci siamo ritrovati con la bocca infuocata da quanto cucinano piccante (e talvolta pure il pollo è piccante quindi chiedete sempre NOT SPICY!).
A Bali, Lombok e alle Gili invece c’è maggiore scelta e si trovano buoni ristoranti italiani e una pizza anche decente, oltre a una gamma di ristoranti vegani e indonesiani clementi. Per mangiare in generale comunque si spende davvero poco.
8. IMPREVISTI
Naturalmente non sono mancati piccoli imprevisti: su un mese in 5 persone non si poteva non metterli in conto.
Io ho preso la candida a causa della sabbia che mi si è infilata nel costume facendo body surf.
Con le onde era impossibile fare un bagno e in maniera rilassata togliersi la sabbia dal costume, la toilette lontanissima e le conseguenze sono state quasi immediate.
Consiglio: non fate mai body surf senza una muta!
Comunque ho risolto la cosa andando in una delle mille farmacie che si trovano lungo le strade (davvero non rischiate di non vederle e anche qui la parola farmacia deriva dal greco e si dice Apotheke).
Mio figlio Martino invece dopo una giornata di snorkeling si è preso un’otite da plancton (che peraltro ho scoperto essere pruriginoso) e questo ci è costato un paio di visite dal dottore, trovati senza problemi lungo il percorso, super gentili e che oltre alla visita forniscono direttamente i medicinali (nel nostro caso antibiotico).
Insomma niente che non potesse non capitarci anche in Liguria o in Sardegna e tutto risolto in maniera efficace (il medico lo abbiamo trovato su google map che ci ha localizzato tutte le strutture mediche nel raggio di pochi kilometri intorno a noi, quindi abbiamo potuto scegliere quale ci sembrava la migliore).
ITINERARIO
E ora veniamo all’itinerario, anche se credo che dovrei dedicare almeno altri 4 post per raccontarvi tutto quel che ho visto.
Comunque iniziamo da qui: Java (to be continued).