Jackson Pollock e gli Irascibili

Per la serie #azonzocoibambini questo week-end mio marito ed io ci siamo ritrovati in modalità genitori di figlio unico che è cosa rara e preziosa: tanto per noi che per loro. Per noi perché il passaggio da tre a uno rende il tutto molto snello, veloce e riposante e per loro perché per una volta tanto hanno la possibilità di essere in regime di monopolio. Insomma ogni tanto ci vuole e io ho pure trovato il tempo di andare a togliere lo smalto semi-permanente dai piedi che ancora un po’ agonizzavano:-)).

Essendo anche tornati in possesso di bici e seggiolini (prima dell’estate me ne avevano rubate ben due con totale di 3 seggiolini) ci siamo sentiti di nuovo liberi di muoverci per la città, un po’ a zonzo un po’ con una meta in testa come ci piace fare.

Così dopo aver attraversato il Parco Sempione (il nostro giardino di casa) e fatto doverosa sosta ai giochi ci siamo diretti verso Palazzo Reale con la speranza di vedere la mostra su «Jackson Pollock e gli Irascibili» titolo che da subito ha stuzzicato in me un forte interesse.

Complice forse un’ora un pò stramba e un clima che proprio in quel momento si era messo un po’ al brutto non abbiamo trovato coda e ci siamo subito buttati dentro senza chiederci più di tanto se un bambino di neanche tre anni sarebbe stato opportuno. E infatti abbiamo avuto ragione.

Innanzitutto ho trovato molto utile il fatto che nel prezzo del biglietto fosse inclusa la possibilità di avere delle cuffie per ascoltare davanti ad ogni opera un commento critico. Così il nano cuffio-munito ha subito affrontato l’esperienza come qualcosa che lo coinvolgeva in prima persona, e nei momenti in cui mi trovavo a doverlo inseguire facendo zig zag in mezzo alla gente potevo continuare ad ascoltare il commento del quadro che fino a un momento prima avevo davanti.

Secondo alcuni contributi erano dei quadri proiettati sul pavimento o dei video a soffitto per cui bisognava sdraiarsi su dei divani rotondi e anche questa scelta espositiva ha reso il tutto molto più compatibile con il coinvolgimento  del mini-pubblico.

Infine la mostra è davvero interessante e ben fatta e sono riuscita a vedere dal vivo alcune delle opere più famose dell’arte contemporanea. Più di tutte mi hanno emozionata i quadri di Mark Rothko che ho sempre trovato esercizi di armonia e bellezza e che non ho potuto fotografare perché una guida mi guardava minacciosa.

Per finire sosta al book-shop che per me è sempre parte integrante ed essenziale di ogni visita in un  museo, infatti sono riuscita a non resistere alla tentazione di comprare due libri molto belli e divertenti per premiare il mio minispettatore.

Che dire? È andato tutto bene e ancora una volta oltre ad aver visto qualcosa di bello e utile per me ho avuto l’illusione fare qualcosa di utile e bello per mio figlio….anche se è un po’ piccolo per afferrare il senso del tutto ma non è mai troppo presto per avere delle buone abitudini. E l’arte è proprio una buona abitudine.

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