Che lo si voglia o no in questo periodo siamo tutte li arrampicate sulle scale, con il naso dentro scatole e scatoloni a disfare sacchetti sottovuoto e cambiare il nostro guardaroba per fare il cambio di stagione. Se oggi, complice la crisi, siamo diventate tutte più o meno brave a gestire gli acquisti compulsivi è soprattutto grazie al libro della Kondo Il magico Potere del Riordino. Grazie a lei abbiamo imparato che per fare davvero ordine occorre innanzitutto eliminare.
Soluzioni organizzative come contenitori, divisori, modi di impacchettare magliette e mutande vanno benissimo per mantenere l’ordine ma non sono soluzioni risolutorie. Ecco che allora ci si pone un nuovo problema: quello dello smaltimento di tutto ciò che dopo lunghi anni abbiamo accumulato e finalmente deciso di eliminare.
In casa mia ad esempio a ogni cambio di stagione svuoto a tal punto gli armadi che poi davanti alla porta di casa trovo un ammontare di scatole e sacchetti tale da non saper più da che parte muovermi. Quindi, per quanto mi riguarda, la vera parte difficile in questa operazione non è separarmi dagli oggetti, cosa che invece per altri può essere un meccanismo difficile e doloroso, e in tal caso può tornare molto valido l’aiuto di un Life Coach che vi potrei mandare direttamente a casa. Perché, come dice la Kondo stessa, l’incapacità di distaccarci dagli oggetti può significare un attaccamento eccessivo al passato o una paura del futuro.
Dicevo la parte difficile, per me, è lo smaltimento, perché l’ordine non sarà mai reale e definitivo finché non avremo creato nuovo spazio, e questo è possibile solo facendo uscire fisicamente di casa ciò che abbiamo eliminato.
Ma arrivate a questo punto il desiderio di far scomparire tutto dalla vista è talmente forte che si finisce per prendere decisioni affrettate come buttare via tutto, e in tal caso mi raccomando di avere riguardo per l’ambiente e di portare tutto in ricicleria.
Ma buttare non è sempre la soluzione migliore, oggi in tempi di sharing economy credo che sia giusto e doveroso pensare di rigenerare e dare nuova vita a ciò che in fondo ha fatto parte di noi o ancora meglio trasformare il tutto in una buona azione.
E a proposito di buone azioni proprio ieri ho avuto modo di conoscere una persona speciale, magari qualcuna di voi la conosce già, visto che il suo blog è attivo da quando è nato suo figlio Andrea che adesso ha un anno, parlo di Barbara di Chizzocute.
Come dice Barbara stessa dal suo sito
La Mission di Chizzocute è quella di aiutare con i proventi raccolti famiglie in difficoltà che ci vengono segnalate. Sono i nostri vicini di casa, i compagni di banco dei nostri figli, gli amici che hanno perso il lavoro. Sono bambini, famiglie, che vediamo nel nostro quotidiano. Chizzocute vuole anche essere uno spazio di crescita e formazione per le mamme di oggi, per quelle mamme che non sono potute re-inserirsi nel mondo del lavoro, per aiutarle a trovare un percorso differente e a formarsi una professionalità alternativa per potersi rivolgere ad un mercato, quello digitale, che consente anche il telelavoro. Un insegnamento per il piccolo Andrea, perché cresca con il rispetto dell’ «Altro» attraverso la capacità del dono.
Perché: Noi siamo il frutto della nostra famiglia, e questa cosa riguarda ognuno di noi, sia in quanto genitori che figli. Quindi prima di tenere a tutti i costi qualcosa in casa pensiamo se davvero ha senso o se invece non sarebbe meglio donarlo a chi ne ha più bisogno oppure rigenerarlo, venderlo e con il ricavato aiutare chi è in difficoltà.
Per Barbara vanno bene entrambe le cose: spedizioni di oggetti e vestiti che possono servire ai bambini e alle famiglie che sta aiutando, oppure donazioni di ciò che abbiamo ricavato magari dalla vendita di ciò che a noi non serve più. Per ora sono 5 le famiglie “adottate a distanza” ma sicuramente anche grazie a noi, potrebbero diventare di più.
Ora avete un motivo in più per eliminare dal vostro guardaroba e dalle vostre case ciò che non usate e trasformare davvero in meglio la vostra vita e soprattutto quella di altri. Pensateci!