Non è che io sia una di quelle persone che parlano di Karma e roba varia ma ho sempre fatto tanta attenzione alle coincidenze, a come a volte i temi nella vita si amplifichino o si presentino.
Tutto questo per dire che era da qualche tempo che in rete c’era qualcosa che mi infastidiva e che piano piano ha preso forma e contorno e ora l’ho afferrato meglio. Questo qualcosa si chiama ostruzionismo cieco in nome di una regola poco condivisibile.
Di cosa parlo? del semplice: vietato postare link bla bla bla che tanto spesso si trova nei gruppi Facebook e che impediscono di fatto la condivisione di un contenuto, di un mio contenuto.
Certo se non è attinente ci sta, ma spesso questo divieto sembra più avere origine in una gelosa custodia del proprio regno su una sudditanza fatta di follower.
Sia chiaro, a me scrivere piace, ma faccio fatica, tanta fatica.
Per mettere insieme un post può andare via una mattina intera o una sera, perché ci metto cura, attenzione e spesso amore ed è ovvio che tutto sto tempo non lo impiego solo per me stessa, ma come tutti coloro che scrivono lo impiego perché qualcuno possa leggermi.
Eppure essere raggiunti, notati e infine letti è una dura battaglia che tocca a chiunque si metta a lanciare parole sul web e ci sono regole da rispettare, codici da conoscere, etichette da seguire ma anche bastoni tra le ruote da ingoiare.
Ecco tutto ciò cominciava a infastidirmi, forse perché ricordo ancora molto bene quando, ormai quasi 20 anni fa infervorata come una predicatrice, spiegavo alla gente che grazie ad un modem avrebbero potuto fare cose mirabolanti, comunicare, interagire, customizzare e insomma il web era un eldorado e il futuro glorioso all’insegna del sapere condiviso.
Eppure oggi le stesse persone che affollano i meeting sui blog, che ascoltano i web guru, che leggono di social media cose alla fine ti dicono: no link grazie, questa audience è mia e me la tengo io.
Il bello di internet non poteva aver portato a questo binario morto.
Eppure la pulce nell’orecchio me l’aveva messa Silvia, con quel suo post letto frettolosamente e che pure aveva lasciato il segno, dove in un balzo spazio temporale mi ha riportata agli anni ’90 e ai tempi di Non è la Rai, quando molte sognavano di essere li accanto ad Ambra: Ci piace troppo (la blogosfera) ma non è la rai (leggetelo, lei è una che la scrittura la sa impugnare).
Silvia ci ricorda come anche la blogosfera oggi sia un po’ così, con qualche starlette tipicamente venuta dal basso (così come Ambra) e tante altre che smaniano e sgomitano per esserle accanto!
La competitività tra donne ieri si giocava per bucare uno schermo oggi per bucare un monitor. Bleah. Oggi, come allora, io sono troppo vecchia per crederci e scendere nel ring eppure Non è la Rai lo guardavo e a bloggare ci sono.
So what? Così è il Karma, perché è da li che sono partita in questo mio sproloquio, ricordate? E così succede che appena finito di masticare questo boccone un po’ sgradevole scopro #adotta1blogger e tutto si illumina d’immenso.
Dal nome potrete già intuire di cosa si tratta, ma in caso lascio alle parole di Paola Chiesa di spiegarvi in cosa consiste questa iniziativa.
E vi dirò di più, per restare in tema la scoperta di questi ultimi giorni è stata proprio la teoria del Cinepanettone di Laura Lonighi, che mi ha definitivamente e decisamente fatto tornare il buon umore e la voglia di fare e scrivere e se qualcuno volesse adottarmi son sicura che diventeremmo presto tanti ma buoni!
E sempre per restare in tema di Karma il post che voglio adottare oggi è quello di Veronica Viganò e del suo neonato blog 40 Spesi bene, (un bel regalo di nascita no??) perchè sulla rete mancava un coro al femminile che trattasse le dinamiche di noi mamme e donne un po’ cresciutelle ma sempre sempre sul pezzo!
Dunque #adotta1blogger: se vuoi ora puoi, e se qualcuno mi volesse adottare…