Per il ponte dei morti o dei Santi ,come è più elegante e corretto dire, come tanti milanesi mi sono organizzata per la fuga dall’inquinata città e ho scelto con cura la destinazione. La voglia e la tentazione è sempre quella di scorrazzare in lungo e in largo per la Provenza ma poi, data la stagione, mi sono redenta e ho pensato che l’autunno è perfetto per andare alla scoperta dei nostri monti e allora c’è il Piemonte, il paese ai piedi dei monti, che con le sue cime ancora una volta me ne offre l’occasione.
Come sempre ci succede, per colpa mia, ci mettiamo in macchina troppo tardi e dopo pochissimo i bambini reclamano cibo e dobbiamo forzatamente deviare e tirare fuori dal nulla il posto migliore che la zona offra; così un po’ a zonzo e un po’ no ci imbattiamo in un agriturismo nella campagna intorno a Novara dove scopriamo cose interessantissime.
Innanzitutto capiamo subito di essere finiti nella terra degli aironi perché le risaie ora secche che delineano il territorio sono punteggiate qua e la da questi bellissimi volatili che, a noi cittadini abituati al grigiore dei piccioni, danno subito una sensazione di un mondo agreste ormai sfuggito di mano.
Infatti guidati dal navigatore passiamo tra campi, cascine, filari e corsi d’acqua e ritroviamo nel paesaggio i luoghi di quella civiltà contadina che forse i nostri nonni hanno conosciuto e che ora non esiste più ma sopravvive grazie al recupero architettonico di luoghi come il Molino della Baraggia di Granozzo, la Cascina San Maiolo, dove un tempo si faceva essicare il riso, o la cascina Marangana che scopriamo essere oggi la residenza dello scrittore Sebastiano Vassalli, autore de La Chimera e di Terra d’acque.
Il tutto a un passo dalla Riserva Naturale della Palude di Casalbeltrame, dove ho scoperto si possono fare dei bellissimi giri in bicicletta. Capirete il nostro incanto e lo stupore dal momento che tutto questo mondo ci si è aperto davanti solo perché la ressa incredibile dell’autogrill e le urla di fame ci hanno spinti a lasciare la veloce e superaccessoriata autostrada per buttarci in luoghi dalla storia antichissima.
Alcuni dei borghi della zona infatti risalgono all’anno 1.000 ed appartenevano alla dinastia dei Conti di Biandrate.
Data la contingente festività e la maniacale consacrazione di Halloween ci è sembrato del tutto naturale curiosare tra quello che un tempo era sicuramente un cimitero e in effetti abbiamo trovato lapidi antichissime scolpite nella pietra, croci, pareti affrescate il tutto in uno stato di totale abbandono e inevitabile ci è sorta la domanda “ma i morti che fine avranno fatto?”.
In questo nostro girovagare abbiamo poi scoperto cose che mi hanno lasciato con un senso di vuoto interiore: il vuoto dell’ignoranza, del non sapere, del vivere come se alcune cose non esistessero, il vuoto dell’abbandono, il vuoto della morte, giusto per rimanere in tema con il week-end.
Siamo infatti finiti nei pressi di una chiesa antichissima ovviamente in stato d’abbandono e che è anche stata oggetto di saccheggio. A parte l’ennesima constatazione di quanto il nostro patrimonio artistico culturale sia spesso e volentieri lasciato andare la cosa che mi ha colpito tantissimo è che dal 2002 la diocesi di Novara ha dato gli edifici e l’area circostante in comodato d’uso a Casa Shalom una casa alloggio per malati di Aids.
Shalom vuol dire “pace” ed è proprio in questa prospettiva che è nata questa casa alloggio: per dare ai malati terminali di Aids la possibilità di far pace con se stessi, per non essere lasciati “morire in fondo ad un corridoio di ospedale come dei cani rognosi!” (così si legge sul loro sito).
Ecco, io giovane donna proveniente da una metropoli, laureata, ben informata faccio parte della moltitudine di persone per le quali l’Aids non è una realtà: esiste solo nelle campagne stampa, sui giornali, in Africa, in qualche reparto di ospedale ben lontano da quelli in cui per ora mi sono imbattuta.
E invece loro sono qui, esistono ed effettivamente il sistema vuole che si tengano ai margini, per cui per dare loro dignità e possibilità di vivere la loro malattia e la fine della loro vita hanno questo posto bello, accogliente, per fortuna che esiste, ma quel che spezza il cuore è che sono ruderi accanto ad altri ruderi.
Questa è stata solo la prima parte del nostro #azonzocoibambini di Halloween che aveva tutt’altra meta, di cui vi parlerò prestissimo e vi garantisco che è un luogo bellissimo!