Chi l’ha detto che per fare i lavori in casa bisogna assumere un’aria stanca, annoiata, depressa, repressa, scarmigliata, sfigata o peggio ancora assecondare l’immagine che il marketing e la pubblicità ci vogliono vendere di donne che passano lo straccio ballando sui tacchi, coi leggings, il rossetto e la parure di gioielli perché grazie al loro detersivo si fa tutto senza fatica?
Come sempre la verità sta nel mezzo: fare i lavori di casa è si roba faticosa ma, se non ne facciamo una prigione perché in quanto donne ci sentiamo condannate ai lavori forzati, ma mettiamo amore, estro e creatività in quel che facciamo ecco che tutto diventa più leggero e semplice.
Fare il cambio di stagione, le pulizie di primavera, o semplicemente tenere in ordine tutti i giorni nulla ha da togliere a una seduta di mat work in una palestra di pilates: piegamenti, allungamenti, movimenti rotatori delle braccia e dei fianchi, sali e scendi dalla scala.
Se è dunque vero che nessuno ci paga per far questo (a meno che non siate una colf) almeno non dovrete pagare l’istruttore di pilates che, sappiatelo, vi dirà subito che per esservi realmente utile dovrete frequentare almeno 3 volte la settimana, costringendovi ad accendere un mutuo.
Se della ginnastica di Cenerentola volete proprio farne una disciplina potrete anche aiutarvi con questo libro: Mantenersi in Forma in Casa e in Ufficio, un po’ datato ma sempre valido. Sempre a proposito di libri se avete bisogno di una fuga mentale mentre fate la polvere lasciatevi ispirare da Sheila Norton e il suo Colf per Caso, e forse capiterà anche a voi che il lavoro si riveli molto più emozionante del previsto. Non vi convince? Allora forse non avete ancora colto il lato fashion della faccenda che vi può aiutare a essere più allegre ai fornelli o dietro l’aspirapolvere.
Non potete non aver notato quanto il colore e il design si siano buttati addosso a tutti gli oggetti che circolano tra le mura di casa. Voi milanesi freschi di salone del mobile dopo l’abboffata di pezzi unici inaccessibili ai più potrete consolarvi con qualche scopa curiosa, come quella del duo italo-danese GamFratesi per Swedese. o qualche grattuggia insolita ma pratica come quella dell’azienda danese Rice che offre tantissimi altri oggetti per riempire di straordinario qualcosa di più che ordinario come i vostri tanto usati (e talvolta tanto odiati) strumenti di lavoro casalingo.
Al solito sono i nordici a farla da padroni e dimostrare di saper giocare con gli oggetti di uso quotidiano, basti vedere il catalogo di Norman Copenaghen . Senza nulla togliere ad esempio all’italiano Stefano Seletti e alle mug disegnate per Selab.
Se invece l’economia domestica è il vostro peggior nemico, più che pulire tendete a nascondere, la cucina è utile ma non indispensabile o, viceversa, avete poco spazio ma non volete rinunciare all’estetica e alla praticità allora la cucina tedesca Miniki è la vostra soluzione.